adolescenti

Nella pratica clinica capita spesso di incontrare genitori preoccupati per alcuni comportamenti dei figli adolescenti: un disordine che spesso include il lasciare in giro abiti e biancheria sporca, il chiudersi in camera senza raccontare nulla, il non rispettare orari e regole, il rispondere male o il non rispondere affatto, una generale “svogliatezza”, un uso della tecnologia e dei social percepito come eccessivo e fuori controllo.

Soprattutto quando questi comportamenti si accompagnano a un calo del rendimento scolastico, ad un forte aumento dei conflitti o ad atteggiamenti di forte chiusura in sé stessi, può essere indicato il ricorso ad una consulenza specialistica.

E’ fondamentale quindi saper distinguere tra quelli che sono i comportamenti tipici della fase adolescenziale da quelle “cattive condotte” che invece segnalano problematiche su cui diventa opportuno intervenire. I segnali di allarme che suggeriscono che tali comportamenti stanno compromettendo il funzionamento dell’adolescente comprendono in genere, ma non sempre, un marcato calo delle prestazioni scolastiche.

Sono comunque sempre la gravità, la qualità e la frequenza di tali comportamenti che fungono da guida.

Vediamo qui di seguito alcuni esempi.

Episodi di ubriacatura, un utilizzo continuativo di cannabis, assenze da scuola frequenti o furti sono molto più significativi di episodi isolati delle stesse attività. Il naturale maggiore bisogno di privacy, tipico e fisiologico nel periodo adolescenziale va distinto da forme di isolamento dalla famiglia che implicano una rottura della comunicazione e un uso quotidiano di bugie con tendenza sistematica a nascondere le cose. Vivere con stress decisioni o prove come quelle scolastiche non dovrebbe essere un elemento bloccante. Diverso è se si evidenzia una tendenza dell’adolescente a ricercare standard troppo alti e idealistici sul compito o su di sé, che rendono su più fronti impossibile il completamento di attività come quelle scolastiche o ricreative o causano una sofferenza significativa. Ancora, da un punto di vista qualitativo è diverso un sospetto uso sporadico e ricreativo di droghe “leggere” e alcool, rispetto ad un ben più grave sospetto abuso di sostanze più pesanti e di comportamenti fuori dalla legalità.

I comportamenti rischiosi infatti fanno parte, entro certi limiti, della sperimentazione, della ricerca di sensazioni forti e di una percezione di invulnerabilità tipiche di questa fase di vita. Se però il rischio è alto, oppure se tali comportamenti sono ripetuti nel tempo e dipendenti dall’umore, meritano sicuramente un approfondimento.

Tra le più frequenti manifestazioni di disagio, l’ elevato e costante conflitto con i genitori e le altre figure che rappresentano autorità, la presenza prolungata di stati d’animo intensi e dolorosi, l’incapacità di prendersi cura di sé in maniera adeguata, la tendenza sistematica a stare svegli di notte e a dormire durante il giorno, la presenza di problematiche di tipo ansioso o che riguardano l’area dell’alimentazione, una sessualità precoce e promiscua sono generalmente segnali d’allarme che non vanno sottovalutati, perché denotano una significativa sofferenza. Gesti autolesionistici, ad esempio il “tagliarsi”, oggi purtroppo una forma relativamente frequente di espressione di disagio in adolescenza, rappresentano spesso vere e proprie richieste di aiuto che meritano attenzione e approfondimento. Tutti questi segnali non devono essere né trascurati, nè minimizzati, e spesso indirizzano verso l’opportunità di un intervento specialistico.

Una non meno importante riflessione riguarda la capacità, da parte dell’ adulto, di saper cogliere con sensibilità anche quei segnali di difficoltà che possono non essere così espliciti, e che pertanto rischiano di passare inosservati. La sfida maggiore è infatti rappresentata da quegli adolescenti che, pur portando una sofferenza significativa, non la segnalano in modo esplicito attraverso il comportamento, bensì la interiorizzano rischiando così di essere meno facilmente visti e aiutati.

 

BIBLIOGRAFIA / SITOGRAFIA

Eugenia Scabini, Vittorio Cigoli (2000) Il famigliare – Legami, simboli e transizioni. Raffaello Cortina Editore (Milano).

Jill H. Rathus, Alec L. Miller, L. Barone (a cura di), C. Maffei (a cura di), 2016. Manuale DBT® per adolescenti. Raffaello Cortina Editore, Milano.

https://www.ubiminor.org/interventi/metodi-teorie/3144-comportamenti-internalizzanti-negli-adolescenti.html

Sharon Levy, 2019. Problemi di comportamento negli adolescenti.  In https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/