Ovvero l’adolescenza ai tempi del secondo lockdown

C’è aria di festa in questo periodo dell’anno in molte case, nonostante le nuove restrizioni che presto potrebbero cambiare il nostro modo abituale di vivere le festività natalizie. Questo può significare tante cose, come ritrovare una dimensione più intimistica di vivere un periodo che per molti di noi sicuramente porterà meno spostamenti e un maggior quantitativo di tempo da passare con la famiglia ristretta.

Come regolarsi con quei figli che stanno crescendo ma non sono ancora adulti?

Il lockdown di marzo ha insegnato che tutti, grandi e piccoli, ma soprattutto adolescenti e giovani adulti ritornati a casa per le feste, hanno bisogno di poter disporre di propri spazi e, nei limiti del possibile, di propri tempi.

Il fatto che si passi inevitabilmente più tempo insieme in casa,non vuol dire che ogni membro della famiglia non abbia piacere di organizzarsi con le proprie attività, siano essi tempo online con i propri amici, piuttosto che spazi di lavoro, e non senta l’esigenza di prendersi momenti esclusivamente per sé senza dover per forza renderne conto agli altri.

 Concedere che possa essere chiusa la porta della camera da letto, o tollerare che, compatibilmente con il rispetto delle normative vigenti e delle regole familiari il ragazzo o la ragazza possa stare fuori un po’ di più con i propri amici può essere un buon modo per evitare litigi poco utili, e riconoscere all’altro la responsabilità sul proprio comportamento.

Questa situazione può essere anche una buona occasione per affrontare temi educativamente validi e attuali per la salute individuale e collettiva (“tu e i tuoi amici tenete la mascherina? In che modo cercate di tenere le distanze? Chi è più ligio, chi lo è meno?”) introducendo al tempo stesso uno spazio di riflessione critica sul proprio comportamento e su quello del gruppo di amici.

Mantenere un dialogo costruttivo soprattutto quando ci si confronta con tutte quelle richieste, comuni e fisiologiche in adolescenza, che hanno a che fare con una maggiore autonomia è spesso tanto difficile quanto importante: concedere libertà e chiedere che questa venga gestita responsabilmente è nella maggior parte dei casi un’ottima strategia educativa.

Ricordiamoci che la rabbia è l’altra faccia dell’impotenza: quando il cervello adolescente (e non solo!) si sente frustrato dall’impossibilità di ricevere ascolto e impossibilitato alla trattativa può agire attraverso la rabbia, manifesta o meno.

Il consiglio quindi è quello di mantenersi vigili nella nostra funzione educativa e di contenitore emotivo dei vissuti positivi e negativi di questo altalenante periodo di vita, cosa che può essere fatta anche attraverso un’osservazione attenta di quanto nostro figlio/a non dice esplicitamente, ma manifesta attraverso il corpo. Tratterò questo tema in uno dei prossimi articoli.

In conclusione, questo periodo di feste decisamente meno facile e sereno di quello che avrebbe potuto essere in condizioni di maggiore tranquillità sia sanitaria che economica, può essere utilizzato proprio per fare più caso a quelle che possono essere le esigenze di chi sta crescendo e necessita a volte di un confronto, a volte di un limite, a volte di un incoraggiamento da parte delle figure di riferimento, in primis mamma e papà.

BIBLIOGRAFIA/SITOGRAFIA